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Gli ovini e i caprini sono ruminanti. Il loro stomaco è costituito da quattro camere (una delle quali è il rumine) che consentono la digestione della cellulosa contenuta nei vegetali, non assimilabile invece dall'uomo. Come tutti gli animali, i ruminanti necessitano di due fonti principali di alimenti: energetici e azotati. Questi diversi tipi di alimenti servono per regolare la temperatura, camminare, formare la muscolatura, assicurare il metabolismo. L'alimentazione svolge quindi un ruolo essenziale nelle prestazioni produttive (carne o latte) e riproduttive degli animali.
L'alimentazione nella fase di svezzamento è particolarmente delicata in quanto l'animale passa da una nutrizione esclusivamente lattea ad una basata su alimenti solidi. In questa fase il rumine acquisisce gradualmente la propria funzionalità, per cui bisogna evitare stress alimentari dovuti all'impiego di alimenti poco digeribili.
Il razionamento è basato sopratutto su foraggi di graminacee di buona qualità e su mangimi concentrati al 18-20% di proteina grezza. Una particolare attenzione meritano sicuramente gli alimenti fibrosi (foraggi), che sono i maggiori responsabili dello sviluppo del rumine e la cui qualità e digeribilità sono fondamentali per la futura funzionalità di questo importante organo dell'apparato digerente.
La fase di accrescimento va dal terzo al sesto-settimo mese di vita ed è caratterizzata da un rapido sviluppo corporeo; essa tuttavia si protrae successivamente anche nelle fasi di gestazione e di lattazione. L'alimentazione passa gradualmente da quella tipica dello svezzamento a quella che caratterizza l'animale adulto.
Per quanto riguarda i foraggi, in genere si impiegano fieni misti di graminacee e leguminose e si iniziano ad abituare le caprette al pascolamento per brevi periodi di tempo (al massimo mezz'ora al giorno).
I concentrati devono contenere meno proteine (circa 16%) rispetto a quelli impiegati in svezzamento e devono essere di buona qualità e digeribili.
Se la fase di accrescimento è stata gestita correttamente, le caprette raggiungono un peso corporeo adeguato per la prima monta e gravidanza già al sesto-settimo mese di vita. Sia per le caprette alla prima gestazione che per le capre secondipare e pluripare, l'alimentazione viene variata due-tre settimane prima dei salti (flushing alimentare), attraverso l'impiego di alimenti che garantiscono un maggiore apporto energetico (ad esempio l'orzo in granella o fioccato), minerale e vitaminico (in questo caso tramite mangimi concentrati), tutti fattori importanti nella comparsa dei calori, nella concentrazione di questi ultimi e nell'attecchimento embrionario.
La prima parte della gestazione (primi tre mesi) non è particolarmente impegnativa per la capra in quanto il feto si accresce in maniera molto limitata. In questo caso l'alimentazione per la gestazione si scosta di poco da quella di mantenimento, anche se bisogna ancora tener conto del fatto che le pluripare stanno ancora producendo latte. Successivamente, negli ultimi due mesi, la capra va in asciutta ed il feto si accresce velocemente, per cui le esigenze nutritive di gravidanza aumentano rapidamente.
Dopo il parto inizia la fase di lattazione. Le esigenze nutritive dipendono principalmente dalla quantità e qualità (contenuto in grasso e proteine) del latte prodotto, dall'eventuale accrescimento in peso (primipare), dal clima e dalla distanza percorsa per raggiungere il pascolo e tornare in stalla.
La prima parte della lattazione (45-60 giorni) è caratterizzata da una bassa ingestione alimentare, in quanto il rumine è ancora “ostacolato” dall'utero in fase di regressione e non è al massimo della propria capacità. Le esigenze nutritive aumentano rapidamente in corrispondenza del raggiungimento del picco di produzione di latte, per cui nei primi due mesi la razione è ancora abbastanza concentrata e ricalca in linea di massima quella praticata in gravidanza, ad eccezione delle quantità di alimenti che sono via via crescenti.
La seconda fase è caratterizzata da una produzione di latte costante e si protrae per diversi mesi, fino alla successiva gravidanza. Il rumine riacquista completamente il proprio volume e quindi è possibile massimizzare anche l'ingestione di foraggi.
La terza fase coincide generalmente con la prima fase della gravidanza ed è caratterizzata da una produzione di latte decrescente, fino ad arrivare all'asciutta negli ultimi due mesi di gravidanza. Nel razionamento bisogna tener conto delle minori esigenze nutritive dovute al calo della produzione di latte, sempre al fine di evitare un eccessivo ingrassamento (che in questo caso potrebbe causare problemi quali la tossiemia gravidica o la chetosi subito dopo il parto).